Quando osserviamo l’iride di una persona che ha vissuto uno stress riconosciamo determinati segni, se lo stress è stato protratto nel tempo o cronicizzato i segni sull’iride possono essere molto profondi e in zone tipiche.
Partiamo dal concetto che lo stress è l’essenza della vita, una condizione fisiologica che ci permette risposte adattative a stimoli di vario tipo, che ci permette la salvaguardia e di mantenere la stabilità attraverso il cambiamento. Quando lo stimolo di stress è stato affrontato, a questa risposta adattativa deve seguire una fase di disattivazione: i mediatori che sono intervenuti non devono rimanere attivati affinché non si verifichi una risposta inadeguata ed esagerata nella quantità e nel tempo e quindi abbia luogo il famoso stress che conosciamo nell’accezione di patologia.
Parallelamente all’attivazione muscolo- scheletrico e alla mobilitazione di risorse energetiche e metaboliche, si mobilitano risorse cognitive e attentive: utili nel breve periodo per affrontare lo stimolo stressante, pericolosi nel lungo periodo perché i mediatori dello stress possono alterare l’equilibrio dei sistemi fondamentali: nervoso, immunitario, metabolico.
I sintomi dello stress sono conosciuti da tutti oserei dire: dal sentirsi più stanchi al mattino che alla sera, difficoltà intestinali e digestive, dolori alla colonna vertebrale diffusi, sbalzi d’umore fino all’ansia, insonnia, fobie di vario genere.
Gli aspetti centrali rimangono due: stimoli stressanti di varia natura (un microorganismo, un agente fisico o un’emozione) possono attivare l’asse dello stress ed è fondamentale la capacità di adattamento dell’organismo di fronte a stimoli stressanti.
Lo stress deve essere una forza motrice potente, non un ostacolo.