La nascita della medicina, a Oriente e Occidente, ha nell’uso del cibo il suo elemento fondante. Ed in effetti il cibo è un vero modulatore della bilancia salute- malattia: non è solo una riserva energetica, ma influenza l’intera fisiologia dell’organismo.
L’intestino a tutti gli effetti è il nostro secondo cervello: il ruolo che svolge è in gran parte indipendente dal sistema nervoso centrale, che anzi influenza molto tramite una fitta comunicazione bidirezionale tra i due siti. L’intestino rappresenta anche la sede delle nostre decisioni viscerali, spontanee ed inconsapevoli, può essere considerato l’organo sensoriale più grande del corpo: come si suol dire “prendi decisioni di pancia”! Per altro, diverse malattie intestinali, come la sindrome dell’intestino irritabile, sono spesso associate ad ansia e depressione, per le limitazioni che comportano non solo a livello fisico.
Inoltre va considerato che l’intestino non è solo in relazione con il sistema nervoso, ma fa parte di un sistema neuroendocrinoimmunitario interconesso (cellule endocrine ed immunitarie costellano tutta la parete intestinale) e che al suo interno è presente un altro organo: il microbioma, un ecosistema formato da funghi, batteri e virus, coinvolto nel mantenimento dell’integrità strutturale dell’intestino, nel metabolismo, nel buon funzionamento del sistema immunitario.
Comprendiamo dunque come una sana alimentazione non sia solo una questione di peso ed ideali estetici, ma assume un’importanza rilevante se pensiamo che influenza la qualità del microbioma, che a sua volta si rispecchierà sull’attività intestinale, che a catena modula la reattività del sistema immunitario e le performance del sistema nervoso come le funzioni cognitive ed emotivo- comportamentali.
In conclusione, l’essere umano non è solo influenzato dall’ambiente in cui vive ma anche dai microrganismi che albergano in esso e che con esso si sono co-evoluti.
“Cura con i farmaci, guarisci con i cibi”. Ippocrate