Il fiore di Bach Oak è la quercia: albero maestoso, dal legno molto duro e denso, ma invecchiando i rami, molto forti, diventano poco flessibili e con il vento possono spezzarsi. Una grande robustezza senza flessibilità rende poco adattabili all’ambiente.
Questo è l’atteggiamento di chi affronta la vita come una lotta dura ed esagera con gli sforzi, da cui non si sottrae; è lo stakanovista, leale ed affidabile che non si scoraggia mai, che si prende carico anche dei compiti degli altri e continua a lavorare anche se malato, senza lamentarsi, ma che ad un certo punto arriva ad esaurirsi e crolla. Troppo concentrato sul dovere, si priva dei piaceri della vita, non riesce ad avere leggerezza; per alcuni eccellere in tutto diventa l’unico modo per sentirsi considerati.
Oak è il pilastro della situazione che si ammala solo nei fine settimana e durante le ferie perché sono gli unici momenti in cui può concederselo e perché teme di essere venuto meno al suo dovere.
Lo scudo di caparbietà, tenacia e rigidità, nasconde le emozioni e la vulnerabilità: non ascolta i propri bisogni né i segnali del proprio corpo, punta tutto sulla forza.
Anticamente sotto le querce si riunivano i tribunali e questo albero continua a simboleggiare vigore e saggezza: è proprio evocando la saggezza del giusto mezzo, del dovere e del piacere, dello scegliere dove convogliare forza e perseveranza, rivolgendosi all’obiettivo anche con sentimento, non solo con senso del dovere, che si acquisisce la flessibilità, qualità fondamentale per riconoscere anche i propri i limiti e non arrivare al collasso.
Il pensiero positivo che Oak ci regala è che nella giornata c’è il tempo per lavorare e il tempo per riposarsi, per terminare i compiti e per concedersi le pause, per dimostrare le proprie capacità ma anche per riconoscere i propri limiti senza cercare di superarli.