Spesso l’emozione che manifestiamo è solo la punta di un iceberg che ci portiamo dentro oppure è uno schermo di un turbinio complesso che nascondiamo, magari anche con forza. Questo groviglio emotivo però in alcuni momenti della nostra vita può affaticarci o appesantirci, può arrivare a limitarci nelle azioni, a compromettere la quotidianità, a volte può esprimersi anche disagi fisici: può essere necessario ritrovare il bandolo della matassa.
In queste situazioni possono venire in aiuto i fiori di Bach: il fiore, o la combinazione di fiori, giusti sapranno evocare in noi la qualità di cui abbiamo bisogno per compensare un difetto o sviluppare una virtù. E’ un percorso evolutivo che ci aiuta a prendere coscienza di noi stessi, ad elaborare il disagio e ci accompagna nella realizzazione.
I fiori di Bach, portano alla luce il nostro essere, evidenziano le sfaccettature di cui è composta la nostra personalità ed i contrasti che possono emergere.
Ci permettono di comprendere i nostri stati emotivi che non sono in equilibrio, o perché non vissuti consapevolmente, o perché in eccesso o mancanti: in tutti questi casi sentiamo di vivere un disagio che vogliamo risolvere.
Non dimentichiamoci però che siamo in continuo divenire: non potrà esserci una soluzione univoca!
Come abbiamo già visto in articoli precedenti, l’obiettivo è curare l’uomo, non la malattia e cercare innanzitutto la prevenzione: se si mantiene un equilibrio mentale ed emotivo, non si arriverà ad un disagio fisico, spesso ultimo tentativo che il nostro corpo adotta per segnalarci una correzione necessaria.
Dalla consapevolezza, già di per sé liberatoria, nasce la cura.
“La malattia non è ne una crudeltà in sè, ne una punizione, ma solo ed esclusivamente un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per trattenerci da sbagli più gravi, per impedirci di suscitare maggiori ombre e per ricondurci sulla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto scostarci”. E. Bach