Quante volte diciamo “che fibra!” per descrivere una persona ricca di energia o determinata. Ed è proprio dall’analisi delle fibre della trama di un’iride che muove i primi passi una visita iridologica.
L’osservazione della densità del tessuto di un’iride, ossia quanto è compatto, fornisce importanti indicazioni sulla forza vitale, sull’energia, sul tipo di costituzione, sulla capacità reattiva di guarigione e di recupero, quindi sul modo in cui si affrontano eventuali patologie, sulla resistenza alle aggressioni esterne.
Dallo studio della struttura iridea nasce anche la classificazione dei tipi di personalità, delle propensioni caratteriali: per esempio se si è più predisposti al cambiamento o alla conservazione dei risultati ottenuti, quali paure e quali attrazioni ci muovono, quale aspetto della personalità sarà dominante, in che modo si reagisce allo stress o ad eventuali cure.
Come la fibra è il tassello base del tessuto e del quadro dell’iride, così le informazioni che porta con sé sono la base per capire i punti di forza e di debolezza della persona, sulla base dei quali pensare ad un percorso fatto su misura.
Autore: Piera
Quali informazioni otteniamo da un‘iride?
In ogni iride notiamo il colore di fondo, che è quello che ci da indicazioni sulle nostre predisposizioni sopratutto a livello fisico, legate alla nostra ereditarietà. I colori che a questo si sovrappongono sono quelli che forniscono alcune indicazioni sul vissuto della persona nel tempo, sulle sue abitudini e in questo senso sono utili per lavorare in prevenzione e per comprendere gli stili di vita più idonei per ottenere uno stato di salute migliore.
Altro aspetto fondamentale sono le fibre: possono essere tesissime, ondulate, compatte o con spazi vuoti e ci parlano per esempio della reattività, del carattere, dei punti deboli e dei punti di forza.
E poi la pupilla: può essere dilatata o meno, perfettamente tondeggiante o con qualche lato appiattito, centrale rispetto all’iride o spostata, circolare o ovalizzata. Tutto questo ci informa, tra le altre cose, sul sistema immunitario, sul nostro rapporto con l’ambiente che ci circonda e le relative dinamiche, se le stiamo subendo o se le controlliamo.
Ed incontriamo ancora tantissimi altri segni ed aspetti: per questo motivo ogni iride è un’impronta digitale e ognuna racconta la propria storia perchè ognuna si è modificata in base al proprio vissuto, ogni singolo particolare racconta un pezzettino della storia di quella persona ed inserendolo nel contesto di tutti gli altri particolari otteniamo il quadro completo di ciascuno di noi.
Con un unico sguardo raccogliamo numerosissime informazioni sul piano fisico e non solo, per questo rimane uno degli strumenti più validi per capire la causa di un disagio e per fare prevenzione.
Come si legge un’iride?
Questa è la mappa iridologica: troviamo riflesso ogni organo e ci guida durante l’esame. Da questa lettura possiamo capire quali organi e sistemi sono alterati, da quanto tempo, quali sono gli equilibri venuti a meno e cosa invece è il punto di forza, se ci sono predisposizioni all’alterazione. L’Iride rappresenta un microsistema in cui sono riflesse le informazioni dell’intero organismo sia sul piano fisico che su quello non fisico.
Tramite le strutture del sistema nervoso, l’iride è connessa con l’intero organismo ed è l’organo che più manifesta le condizioni interne di ciascuno, per questo i segni che riscontriamo sono la nostra vera impronta digitale.
Attualmete la più utilizzata è quella di Rizzi, dove l’uomo è proiettato dall’alto verso il basso.
La prima mappa fu tracciata da Ignaz Von Peczely. Ragazzino curioso di 12 anni che involontariamente ruppe una zampetta ad una civetta: curandola nei giorni successivi notò sull’iride in corrispodenza dell’arto inferiore un segno che prima non c’era e che poi scomparve quando la zampetta fu completamente guarita. Successivamente si laureò in medicina e dedicò tutta la sua vita allo studio dell’iridologia arrivando a individuare i primi 35 punti su una mappa, corrispondenti ad altrettanti organi. Questa prima mappa fu poi completata da studiosi successivi fino ad arrivare a quella utilizzata oggi.