La medicina tradizionale cinese distingue cinque costituzioni: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua. Ognuno di noi appartiene prevalentemente ad una di esse, senza classificazioni categoriche che mal si sposano con una visione globale e funzionale della persona.
Ognuna di queste costituzioni, chiamate Logge, ha delle proprie caratteristiche che descrivono, fin dalla nascita, il nostro terreno cioè le nostre predisposizioni fisiche ed emozionali.
Ciascuna Loggia è associata ad un organo, ad un viscere ed ad un’emozione.
Prendiamo per esempio la Loggia Metallo: è collegata all’organo dei Polmoni, come viscere all’intestino Crasso e come emozione alla capacità di interiorizzare, alla riflessività.
Polmoni e intestino crasso hanno entrambi il compito di accogliere (ossigeno, nutrienti) e lasciar andare (anidride carbonica, scarti), come nelle relazioni dove si deve trovare la giusta distanza: quanti mal di pancia per mancanza di spazi!
Una persona di costituzione metallo è abitata da un profondo senso di giustizia e onestà, ma essendo alla ricerca della perfezione, difficilmente raggiungibile, tende alla rigidità e la capacità di introflessione diventa tristezza. Ha sviluppato un buon ritmo, sa raccogliere energia per sé e ridistribuirla per le sue necessità. Quando non riesce ad esprimersi nelle sue caratteristiche tenderà a sviluppare infiammazioni a livello di colon ed a manifestare disturbi respiratori, anche se il discorso è molto più ampio, per la complessità di una persona, per cui spesso manifestazioni a livello di pelle (dermatiti) o di naso (sinusiti) sono da rimandare proprio a questa Loggia.
Ed ancora il Metallo richiama la disposizione iridologica tubercolinica: vi ricordate i primi articoli di iridologia?
L’aspetto affascinante è che ritroviamo queste cinque Logge in uno spazio piccolissimo che è l’iride: costituzioni e segni iridei si coniugano con le costituzioni della medicina cinese e ci riportano al qui ed ora: in questo momento come mi sento? Come sto reagendo a quello che mi sta succedendo? Da queste risposte partiamo per capire i nostri disagi e trovare altre risposte.
“Chi non fa ogni giorno qualcosa per la propria salute, un giorno dovrà sacrificare molto tempo per la malattia”. S Kneipp
Autore: Piera
Clematis: il fiore per stare nel presente
Quando avere la testa tra le nuvole è un modo di essere…
Magari si sogna la pubblicazione di un libro, ma la stesura è ferma alla prima pagina da anni; si cerca una vita artistica, data anche da reali abilità, ma poi ci si scontra con la bolletta da pagare a cui non si fa fronte o che si dimentica. Quando la creatività non trova concretezza, si evita la realtà presente sognando un futuro migliore, rifugiandosi in fantasticherie che proteggono dal disagio dato dall’incontro con tutto ciò che è pratico, ma si vive nell’intorpidimento e nella confusione.
A volte personalità artistiche, anche romantiche e sensibili al bello, staccandosi dalla realtà, perdono energia e presenza, non trovano l’unione tra il mondo terreno e quello spirituale da cui si fanno governare. E’ l’espressione del bello e dannato, che con il fascino del sognatore fa innamorare, ma con una distaccata indifferenza poi fa soffrire.
In natura questi sono gli atteggiamenti di Clematis: simile ad una liana, cresce fino a 15 m di altezza, ma ha radici di 50 cm. E’ uno scompenso strutturale notevole che manca di radicamento, e data la flessibilità dello stelo, ha bisogno di appoggiarsi ad altre piante per continuare a crescere e per stabilire i propri limiti. E’ un supporto necessario per il quotidiano. I frutti, che rappresentano ciò che realizziamo, sono dotati di peluria e vengono trasportati dal vento: le idee vengono portate via e non si riesce a concretizzare.
Siamo quindi di fronte a personalità con grandi abilità artistiche e creative, ma che sono dispersive e non realizzano i propri obiettivi. Una mente che continuamente vaga, causa insoddisfazione per la realtà, niente corrisponde mai a ciò che si sogna.
L’essenza Clematis è di aiuto in questi casi perché contribuisce ad un maggior radicamento affinchè la struttura possa svilupparsi, stimola la possibilità di concretizzarsi e materializzarsi rimettendo a fuoco un presente che sembrava disordinato, riporta la persona al suo centro e pienamente presente a se stessa. Finalmente si partecipa alla propria vita senza lasciarsi sopraffare dai sogni e si affrontano le varie situazioni senza scappare.
Agrimony: dall’allegria apparente…. Alla pace e all’armonia interiori.
Agrimony è un fiore che porta in sé una dualità: cresce nascosta, ma dritta verso il sole; ha radici scarse, ma un fusto che consente di ancorarsi a terra e una crescita notevole. Questa dualità rappresenta il carattere di Agrimony che cerca armonia e pace, evita litigi, non ama discussioni, né fuori di sé, né dentro di sé, cerca una sorta di protezione, per mostrarsi e nascondersi alternativamente; di fianco ad un carattere estroverso, c’è la volontà di nascondere la parte interiore.
Le personalità che si riconoscono in questo fiore sono coloro che rappresentano l’anima del gruppo di amici, sempre con la battuta pronta per far ridere e un sorriso per tutti, con tanta energia, ma che viene usata per occultare la vera natura del proprio carattere. Indossano una maschera di allegria per nascondere una tristezza, talvolta depressione, più profonda.
All’apparenza allegri e spensierati, dentro di sè portano conflitti e matasse da sciogliere, che cercano di non far venire a galla, per evitare discussioni, per non dover affrontare situazioni spiacevoli, per non ritrovarsi nella solitudine.
Il fiore di Bach Agrimony porta con sé la positività e la capacità di riconoscere, accettare ed integrare i propri conflitti. Lo sforzo per mantenere una pace artificiale diventa armonia autentica, come sintesi tra introversione ed esteriorità, si dissolve la paura di mostrarsi per come si è, la finta giovialità si trasforma in rapporti vissuti con sincerità e questo porta anche un’aumentata autostima.
“Pochi vedono come siamo, ma tutti vedono quello che fingiamo di essere” Macchiavelli
White Chestnut: placo la mia mente e nel silenzio ritrovo i miei pensieri
White Chestnut: placo la mia mente e nel silenzio ritrovo i miei pensieri.
Si può definire White Chestnut il fiore della preoccupazione: non necessariamente è negativa, se è portatrice di prudenza e acquisizione di esperienze, che diventano saggezza. La preoccupazione è una condizione di disagio se si trasforma in un cicaleccio mentale continuo e ripetitivo, in un vortice di pensieri incontrollato e torturante, un circolo vizioso che si autoalimenta e che non porta ad una conclusione.
E’ uno stato che tutti conosciamo: chiunque ha vissuto situazioni di preoccupazioni che non lasciano dormire la notte, di pensieri che affollano la mente, il rimuginio continuo dei pensieri può diventare una prigione. L’eccesso di attività mentale alimenta lo stress e impedisce il rilassamento.
Se è un tratto della personalità può essere addirittura paralizzante: un pensiero ricorrente che non si allenta mai è un ostacolo lungo il cammino ed un dispendio di energie non indifferente, fonte di stanchezza cronica. A volte è sufficiente ascoltare una frase in televisione per dare il via a questa sequenza di “film mentali” senza una direzione chiara.
Se si osserva la pianta White Chestnut ritroviamo le caratteristiche di questa personalità: la chioma si sviluppa in modo casuale e sparso, come i pensieri disorganizzati; la corteccia è rotta e cade a pezzi, come l’energia che viene dissipata. La quiete è portata dal fiore che spezza la stagnazione e consente all’energia di tornare a fluire con equilibrio.
I benefici di questo fiore aprono la porta al silenzio mentale: la mente non subisce più i pensieri, ma li domina, lascia andare quelli inutili. L’energia mentale, qualità di queste persone, utilizzata al meglio porterà lucidità e concentrazione, alimenterà situazioni positive. Con l’acquisizione della pace interiore, i problemi che occupano ogni istante della giornata ritornano alle loro giuste dimensioni e si può vivere la quotidianità.
Per una mente in pace con se stessa tutto è possibile. Meister Eckhart
Hornbeam: forza e coraggio!
Quando suona la sveglia al mattino alzarsi è una fatica come dopo una maratona, ma man mano che si incomincia a prepararsi si arriva a sera, momento in cui l’energia è tornata.
Ogni inizio è difficile già al solo pensiero, l’idea di affrontare la giornata è una fatica, una montagna da scalare, anche se in realtà i compiti si portano a termine…”devo proprio farlo??? Ancora i soliti impegni??”, è un pensiero ricorrente. Il dover cominciare e la routine annebbiano la mente, gli impegni quotidiani portano all’apatia se mancano gli stimoli.
Dopo l’indecisione iniziale data dalla stanchezza mentale, che è un vero e proprio peso, quando si comincia a carburare pian piano le cose vengono: quello che serve è un po’ di freschezza, perché nonostante le incombenze quotidiane sembrano essere sovrastanti, in realtà si affrontano tutte.
Ecco la personalità che si rispecchia nel fiore Hornbeam: personalità forte, ma che non riesce ad utilizzare la propria energia, percepisce stanchezza alla solo idea di dover affrontare un compito. La qualità positiva da sviluppare per riportare l’equilibrio è la giusta vitalità per affrontare la giornata, attivare la propria energia per superare i blocchi mentali ed agire.
Hornbeam è un albero che ha una forza vitale talmente radicata che quando due rami si toccano o si incrociano, continuano a crescere insieme e si fondono, la sua forza è data da questa unione vitale. Allo stesso modo coloro che si rispecchiano in questo rimedio, ritrovano le capacità di usare le forze di riserva e di dosare l’energia: durante la giornata c’è il tempo per il dover, il ritaglio di tempo per gli imprevisti e lo spazio per se stessi.
Scleranthus: di fronte a questo bivio ho la chiarezza della scelta.
Amo o non amo? Mi iscrivo all’università o no? Rimango a vivere in Italia o mi trasferisco? Un lavoro sicuro o un lavoro che mi soddisfa?
I grandi bivi della vita per qualcuno sono solo un momento cruciale da superare, per altri sono un modo di essere, una costante di indecisione che diventa una scelta difficile quotidiana: esco o rimango a casa? Vado in palestra o mi riposo? Vado al mare o in montagna?
A volte si rischia di rimanere impantanati nel valutare tutti i pro e i contro senza trovare soluzione, si rimane in una instabilità cronica, con una mancanza di equilibrio e un’alternanza di umore: un momento si è felici, un momento si è tristi, si valuta positivamente una possibilità per poi tornare sui propri passi per poi ripensarci ancora.
Scleranthus rappresenta bene questa biforcazione della vita: da ogni ramoscello di questo cespuglio prendono forma altri due rametti che a loro volta ne sviluppano altri due e così via. Per ogni diramazione se ne genera un’altra, da ogni decisione presa nascono altre due alternative, ogni scelta genera altre due possibilità.
Da qui la necessità di arrivare ad un punto univoco, di fermare l’oscillazione tra una alternativa e l’altra decidendo, di mettere fine ad una sofferenza, spesso silenziosa, data dalla difficoltà di dover scegliere tra due opzioni.
Scleranthus è un invito alla virtù della Decisione, alla capacità di scegliere un opzione senza rimuginare sulla rinuncia dell’alternativa, è un’apertura all’integrazione di due vie per raggiungere l’equilibrio, è conoscere le proprie priorità. La decisione giusta è decidere!
Rock Rose: dalla paura al coraggio!
Un’emergenza improvvisa ed inaspettata può causare una sensazione di panico, talvolta anche un panico che paralizza: un nodo in gola impedisce il respiro, vista e udito diminuiscono, le gambe sono incapaci di muoversi, la mente perde lucidità. Situazione che può essere limitata ad un determinato evento vissuto, ad una particolare situazione, o che si può ripetere quando quell’evento viene richiamato, anche solo da un dettaglio, e si rivivono quelle emozioni incontrollabili di paralisi.
In questi casi il rimedio di riferimento è Rock Rose: arbusto che cresce in terreni poveri, con una radice forte centrale sproporzionata all’altezza perché si sviluppa in larghezza, quasi incapace di alzarsi. Ma con il sole i fiori si aprono, la pianta riprende energia e recupera la coscienza della sua spinta alla crescita.
Allo stesso modo coloro che sono bloccati da un’ansia esistenziale, che sono condizionati da zone d’ombra che arrivano dal passato, da insicurezze e paure improvvise che lasciano spazio allo spavento ed al terrore, con Rock Rose possono recuperare la positività e sviluppare l’eroismo, il coraggio per affrontare qualsiasi emergenza. La consapevolezza delle emozioni permette una maggior consapevolezza delle situazioni vissute e di superare i momenti di crisi con lucidità ed equilibrio. Una paura antica può riaffiorare con uno stimolo minimo e impedirci il cammino, ma con l’aiuto giusto può diventare la luce e la forza necessaria per quel cammino.
Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili. Seneca
Mimulus: il fiore che mi aiuterà a vincere la paura
Rinuncio a quella festa, anche se ci sono tutti i miei amici, perché ho paura degli spazi affollati… Non vado in vacanza in quel paradiso terrestre, anche se sarebbe un sogno con il mio fidanzato, perché l’areo mi mette ansia… Non cambio lavoro, anche se il mio non mi soddisfa più, perché un colloquio mi crea troppe tensioni…
Nella vita quante paure incontriamo, anche quotidianamente? E di queste quante sono talmente forti da impedire la nostra realizzazione?
La paura, che è un’emozione primaria e fondamentale anche per la nostra crescita e per la nostra salvaguardia, può diventare una barriera per il nostro percorso, per qualcuno un vero e proprio muro oltre il quale non si va.
In natura, dove tutto è spiegato con semplicità e maestria disarmanti, ritroviamo queste caratteristiche di timore in un fiore chiamato Mimolo Giallo, che cresce vicino all’acqua, simbolo della corrente di emozioni, ma che contrasta con radici profonde con cui cerca di ancorarsi. Anche lo stelo del fiore, sebbene robusto, è pieno d’acqua, ulteriore simbolo della forte commistione e centralità delle emozioni, che da un lato si conoscono e si possono dominare, dall’altro lato sono una pressione che si oppone al fluire della vita.
Così le persone che si identificano con questo fiore sono in continua balia delle emozioni, che sebbene perfettamente note, sono un freno alla loro corsa. Sono persone che si ritraggono dalle relazioni, si nascondono al mondo, limitano il loro mettersi in gioco, ma allo stesso tempo hanno la vitalità per crescere in consapevolezza e, passo dopo passo, affrontare le varie e diverse situazioni.
Il Mimolo Giallo esposto alla luce crescerà con steli robusti e forti ed esporrà i suoi fiori, che dal giallo arriveranno al rosso. Allo stesso modo, le persone che sono nell’eterna lotta del “ lo faccio o non lo faccio”, con l’aiuto del fiore di Bach Mimulus svilupperanno la giusta coscienza e conoscenza per trovare il coraggio di vivere ogni esperienza, per concretizzarsi nonostante le paure, che man mano si attenuano superando la timidezza.
Impatiens: il fiore della virtù della pazienza
Partendo dal presupposto che in natura ogni forma è collegata ad una funzione ed ogni geometria ha un suo perché energetico, cosa vuole dirci il fiore di Bach Impatiens?
Impatiens è un fiore con radici che crescono in superficie e rapidamente: il suo scarso radicamento ma con una grande capacità di generare nuove radici è un’analogia delle personalità in cui predomina la mente, spiccato senza pratico e con un forte orientamento al futuro. Lo stelo, che è vuoto,cresce altrettanto rapidamente fino ai 3 metri di altezza, simbolo di un temperamento molto attivo, ma che a causa della sua rigidità rischia la fragilità e che per compensare il suo vuoto interiore cerca il movimento senza pace, impegni continui.
Il continuo fare a gran rapidità rende queste persone facilmente intolleranti nei confronti di coloro che non procedono alla loro stessa velocità: non a caso le foglie del fiore sono seghettate a denotare la scarsa sensibilità nei confronti dell’ambiente con cui non riescono ad instaurare empatia, il loro ritmo in eccesso, infatti, non è conciliabile con quello degli altri.
Impatiens è caratterizzato da semi che vengono letteralmente espulsi anche fino a 6 metri di distanza con un’esplosione al minimo contatto della capsula che li contiene, simbolo di una continua esplosione di progetti e propensione verso il futuro, anche senza prima portare a termine i lavori già in corso,per la costante impazienza e frenesia.
Il ritmo elevato della persona- Impatiens, talvolta difficile da raggiungere e mantenere per chi è vicino, causa la solitudine, che sebbene ricercata come condizione ideale per poter operare nel migliore dei modi, può diventare una condanna e fonte di tensioni. Il motto “faccio io perché faccio meglio e più veloce” è un atteggiamento che porta all’aumento di stress, con riduzione delle performance, che a sua volta aumenta l’impazienza: l’instaurasi di questo circolo vizioso è l’inizio di somatizzazioni di vario tipo, dalle tensioni muscolari a disturbi digestivi all’insonnia.
Impatiens però porta con sé un messaggio positivo che riporta l’equilibrio in queste personalità: “calmo le tensioni e cresco in pazienza e comprensione”. Così come il fiore è per metà orientato in avanti, al futuro, e di colore rosso, simbolo di vitalità ed eccitazione, e per metà è attaccato alla pianta, contiene il nettare fonte di energia ed è rosa pallido simbolo della delicatezza che frena gli eccessi di accelerazione, allo stesso modo queste personalità, con l’aiuto di questa essenza floreale di Bach, possono trovare il giusto scandire dei momenti di riposo tra una creazione e l’altra, magari anche godendo della compagnia degli altri.
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Come si legge un’iride?
Davanti alla foto dei nostri occhi che ci mostrano quello che siamo, come affrontiamo la lettura?
Ogni iride sa parlarci e ci comunica qual è la priorità del momento, ci mostra il dettaglio su cui porre l’attenzione.
Indubbiamente non possiamo fare a meno di osservare il tipo di trama: si presenta compatta e ordinata o con fibre diradate e scompaginate? “Che stoffa!”, come si suol dire anche nel linguaggio comune. Questa caratteristica ci da importanti informazioni sul tipo di reattività agli stimoli e sulla capacità del mantenimento dello stato di salute.
I cambiamenti colorimetrici sono un altro dato importante che attirano l’attenzione e ci informano su quali tessuti sono più inclini ad infiammarsi, su un accumulo tossinico in una determinata in zona, sul settore in deficit che va supportato.
E poi come non notare la pupilla? Foro così piccolo e così ricco di informazioni! Se notiamo appiattimenti oltre ad informazioni sullo stato di salute fisica, leggiamo importanti aspetti psicologici. Se vediamo un bordo più o meno spesso oltre a leggere lo stato di salute della colonna vertebrale e dei muscoli ad essa connessi, deduciamo qual è l’assetto immunitario e qual è il tipo di terreno che ci caratterizza ossia come rispondiamo agli stress ed agli stimoli fisici e psichici, qual è la risposta psicoimmunitaria che mettiamo in atto.
Il bordo più esterno dell’iride, quello più ampio, non a caso rappresenta la pelle, l’organo più esteso che abbiamo: spessore e colore sono variabili, indice della capacità emuntoriale, cioè della capacità dell’eliminazione delle tossine.
Tra la zona più esterna e la pupilla cosa troviamo? Possiamo continuare nella lettura dell’iride suddividendola in zone circolari oppure interpretandola a “spicchi”, in ogni caso in questo spazio troveremo i vari organi, ciascuno con la propria trama, il proprio colore, il proprio segno.
Non dimentichiamo che ogni indicazione fisica ha un risvolto psicosomatico, che ogni fibra racconta un pezzo della nostra storia, che non c’è indicazione genetica che non porti con sé anche un’emozione.