La medicina tradizionale cinese distingue cinque costituzioni: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua. Ognuno di noi appartiene prevalentemente ad una di esse, senza classificazioni categoriche che mal si sposano con una visione globale e funzionale della persona.
Ognuna di queste costituzioni, chiamate Logge, ha delle proprie caratteristiche che descrivono, fin dalla nascita, il nostro terreno cioè le nostre predisposizioni fisiche ed emozionali.
Ciascuna Loggia è associata ad un organo, ad un viscere ed ad un’emozione.
Prendiamo per esempio la Loggia Metallo: è collegata all’organo dei Polmoni, come viscere all’intestino Crasso e come emozione alla capacità di interiorizzare, alla riflessività.
Polmoni e intestino crasso hanno entrambi il compito di accogliere (ossigeno, nutrienti) e lasciar andare (anidride carbonica, scarti), come nelle relazioni dove si deve trovare la giusta distanza: quanti mal di pancia per mancanza di spazi!
Una persona di costituzione metallo è abitata da un profondo senso di giustizia e onestà, ma essendo alla ricerca della perfezione, difficilmente raggiungibile, tende alla rigidità e la capacità di introflessione diventa tristezza. Ha sviluppato un buon ritmo, sa raccogliere energia per sé e ridistribuirla per le sue necessità. Quando non riesce ad esprimersi nelle sue caratteristiche tenderà a sviluppare infiammazioni a livello di colon ed a manifestare disturbi respiratori, anche se il discorso è molto più ampio, per la complessità di una persona, per cui spesso manifestazioni a livello di pelle (dermatiti) o di naso (sinusiti) sono da rimandare proprio a questa Loggia.
Ed ancora il Metallo richiama la disposizione iridologica tubercolinica: vi ricordate i primi articoli di iridologia?
L’aspetto affascinante è che ritroviamo queste cinque Logge in uno spazio piccolissimo che è l’iride: costituzioni e segni iridei si coniugano con le costituzioni della medicina cinese e ci riportano al qui ed ora: in questo momento come mi sento? Come sto reagendo a quello che mi sta succedendo? Da queste risposte partiamo per capire i nostri disagi e trovare altre risposte.
“Chi non fa ogni giorno qualcosa per la propria salute, un giorno dovrà sacrificare molto tempo per la malattia”. S Kneipp
Mese: Giugno 2020
Clematis: il fiore per stare nel presente
Quando avere la testa tra le nuvole è un modo di essere…
Magari si sogna la pubblicazione di un libro, ma la stesura è ferma alla prima pagina da anni; si cerca una vita artistica, data anche da reali abilità, ma poi ci si scontra con la bolletta da pagare a cui non si fa fronte o che si dimentica. Quando la creatività non trova concretezza, si evita la realtà presente sognando un futuro migliore, rifugiandosi in fantasticherie che proteggono dal disagio dato dall’incontro con tutto ciò che è pratico, ma si vive nell’intorpidimento e nella confusione.
A volte personalità artistiche, anche romantiche e sensibili al bello, staccandosi dalla realtà, perdono energia e presenza, non trovano l’unione tra il mondo terreno e quello spirituale da cui si fanno governare. E’ l’espressione del bello e dannato, che con il fascino del sognatore fa innamorare, ma con una distaccata indifferenza poi fa soffrire.
In natura questi sono gli atteggiamenti di Clematis: simile ad una liana, cresce fino a 15 m di altezza, ma ha radici di 50 cm. E’ uno scompenso strutturale notevole che manca di radicamento, e data la flessibilità dello stelo, ha bisogno di appoggiarsi ad altre piante per continuare a crescere e per stabilire i propri limiti. E’ un supporto necessario per il quotidiano. I frutti, che rappresentano ciò che realizziamo, sono dotati di peluria e vengono trasportati dal vento: le idee vengono portate via e non si riesce a concretizzare.
Siamo quindi di fronte a personalità con grandi abilità artistiche e creative, ma che sono dispersive e non realizzano i propri obiettivi. Una mente che continuamente vaga, causa insoddisfazione per la realtà, niente corrisponde mai a ciò che si sogna.
L’essenza Clematis è di aiuto in questi casi perché contribuisce ad un maggior radicamento affinchè la struttura possa svilupparsi, stimola la possibilità di concretizzarsi e materializzarsi rimettendo a fuoco un presente che sembrava disordinato, riporta la persona al suo centro e pienamente presente a se stessa. Finalmente si partecipa alla propria vita senza lasciarsi sopraffare dai sogni e si affrontano le varie situazioni senza scappare.
Agrimony: dall’allegria apparente…. Alla pace e all’armonia interiori.
Agrimony è un fiore che porta in sé una dualità: cresce nascosta, ma dritta verso il sole; ha radici scarse, ma un fusto che consente di ancorarsi a terra e una crescita notevole. Questa dualità rappresenta il carattere di Agrimony che cerca armonia e pace, evita litigi, non ama discussioni, né fuori di sé, né dentro di sé, cerca una sorta di protezione, per mostrarsi e nascondersi alternativamente; di fianco ad un carattere estroverso, c’è la volontà di nascondere la parte interiore.
Le personalità che si riconoscono in questo fiore sono coloro che rappresentano l’anima del gruppo di amici, sempre con la battuta pronta per far ridere e un sorriso per tutti, con tanta energia, ma che viene usata per occultare la vera natura del proprio carattere. Indossano una maschera di allegria per nascondere una tristezza, talvolta depressione, più profonda.
All’apparenza allegri e spensierati, dentro di sè portano conflitti e matasse da sciogliere, che cercano di non far venire a galla, per evitare discussioni, per non dover affrontare situazioni spiacevoli, per non ritrovarsi nella solitudine.
Il fiore di Bach Agrimony porta con sé la positività e la capacità di riconoscere, accettare ed integrare i propri conflitti. Lo sforzo per mantenere una pace artificiale diventa armonia autentica, come sintesi tra introversione ed esteriorità, si dissolve la paura di mostrarsi per come si è, la finta giovialità si trasforma in rapporti vissuti con sincerità e questo porta anche un’aumentata autostima.
“Pochi vedono come siamo, ma tutti vedono quello che fingiamo di essere” Macchiavelli
White Chestnut: placo la mia mente e nel silenzio ritrovo i miei pensieri
White Chestnut: placo la mia mente e nel silenzio ritrovo i miei pensieri.
Si può definire White Chestnut il fiore della preoccupazione: non necessariamente è negativa, se è portatrice di prudenza e acquisizione di esperienze, che diventano saggezza. La preoccupazione è una condizione di disagio se si trasforma in un cicaleccio mentale continuo e ripetitivo, in un vortice di pensieri incontrollato e torturante, un circolo vizioso che si autoalimenta e che non porta ad una conclusione.
E’ uno stato che tutti conosciamo: chiunque ha vissuto situazioni di preoccupazioni che non lasciano dormire la notte, di pensieri che affollano la mente, il rimuginio continuo dei pensieri può diventare una prigione. L’eccesso di attività mentale alimenta lo stress e impedisce il rilassamento.
Se è un tratto della personalità può essere addirittura paralizzante: un pensiero ricorrente che non si allenta mai è un ostacolo lungo il cammino ed un dispendio di energie non indifferente, fonte di stanchezza cronica. A volte è sufficiente ascoltare una frase in televisione per dare il via a questa sequenza di “film mentali” senza una direzione chiara.
Se si osserva la pianta White Chestnut ritroviamo le caratteristiche di questa personalità: la chioma si sviluppa in modo casuale e sparso, come i pensieri disorganizzati; la corteccia è rotta e cade a pezzi, come l’energia che viene dissipata. La quiete è portata dal fiore che spezza la stagnazione e consente all’energia di tornare a fluire con equilibrio.
I benefici di questo fiore aprono la porta al silenzio mentale: la mente non subisce più i pensieri, ma li domina, lascia andare quelli inutili. L’energia mentale, qualità di queste persone, utilizzata al meglio porterà lucidità e concentrazione, alimenterà situazioni positive. Con l’acquisizione della pace interiore, i problemi che occupano ogni istante della giornata ritornano alle loro giuste dimensioni e si può vivere la quotidianità.
Per una mente in pace con se stessa tutto è possibile. Meister Eckhart